9 febbraio 2008

Sintesi della serata 8 febbraio 2008 – Mt. 1, 1-17

Provo a sintetizzare quanto detto ieri sera, per facilitare il lavoro di chi mette insieme le riflessioni del venerdì sera al biblico. Lo faccia con totale libertà di rimaneggiare quanto scritto.
Luciano

L’inizio del Vangelo di Matteo è un testo scandaloso. Senza la preoccupazione di redigere un resoconto storico fedele e minuzioso, Matteo ci fornisce una genesi di Gesù ben diversa da quella che sarebbe piaciuta ai suoi referenti cristiano-giudei dell’epoca. La venuta del Messia, dovendosela immaginare, il pio Ebreo la pensava su un carro di fuoco come Elia, o scendendo da una scala posta nel cielo come nel sogno di Giacobbe. Invece Matteo la descrive inserita pienamente in una storia umana, e non con ascendenti tutti nobili e valorosi ma anzi fra prostitute, assassini e gente di malaffare. Non c’è nulla di epico e di glorioso nella genesi di Gesù, ma c’è tutta la profonda verità dei Vangeli che ci dicono che la salvezza viene quel Gesù che si è fatto piccolo, che la salvezza passa attraverso persone duramente peccatrici, come Raab la prostituta, ma che hanno tanto amato per cui tanto sarà loro perdonato, come Davide l’assassino che ha però saputo pentirsi e girare il cuore verso Dio.
Capiamo bene, allora, quale scandalo questo Gesù di Nazareth, figlio di Dio, possa rappresentare per i fratelli musulmani, che gridano alla bestemmia quando sentono dire che quel Gesù, grande profeta, è Dio. E quale scandalo per i fratelli Ebrei sia quel Gesù che pure attendevano ma non hanno riconosciuto perchè venuto senza i segni eroici e gloriosi che attendevano ma nella piccolezza di una grotta che accolse una “normale” famiglia umana.
In quel lungo elenco di persone, quasi tutte a noi sconosciute, Matteo ci indica una lunga catena di volti e storie che se si fosse interrotta avrebbe annullato la storia di salvezza. In quella catena ci siamo ora noi, chiamati a trasmettere fino alla fine dei tempi la salvezza che abbiamo ricevuto.


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