28 marzo 2008

5. Beati gli afflitti perché saranno consolati

Beata la coppia che è capace di trasformare i motivi di  tribolazione in consolazione

E’ un bene essere afflitti e si può chiamare beata l’afflizione? Come può una giovane famiglia  far sua questa beatitudine, partendo dalla propria esperienza coniugale?
Ci  sono due tipi di afflizione: una che può far perdere alla coppia o ad uno dei coniugi ogni speranza, che indurisce il cuore e non ci si fida più dell’amore e della verità e questa  afflizione distrugge la persona o la coppia dal di dentro a volte fino a condurre alla disperazione; c’è una afflizione  che deriva dalla scossa provocata dalla verità o dal pentimento, dall’aver aperto gli occhi anche grazie al dolore che si è provato  e può portare ad un rinnovamento profondo nella coppia e ad una resistenza molto grande di fronte al male.  E’ una afflizione che insegna alla giovane famiglia ad amare e sperare di nuovo. E’ come un ricominciare da capo e si ridiventa come nuovi nel rapporto di coppia e verso i figli. Quante volte un momento di sbandamento di uno dei coniugi preso in tempo  e affrontato con molta sofferenza, a volte fino alle lacrime, diventa occasione per volersi più bene tra sposi e avere una attenzione più grande specie quando i bambini sono piccoli e non c’è molto tempo per stare insieme e per intuire subito i bisogni e la fatica del coniuge! Quante volte anche la malattie del coniuge (o persino la morte di un figlio) diventa occasione per un più grande amore  ed è come innamorarsi di nuovo, proprio a partire da una afflizione certamente non cercata ma affrontata in modo da avere un risvolto positivo. Il segreto è vivere tutto ciò che accade nella vita di coppia come un amore irriducibile per la propria famiglia così da sperimentare quella solidarietà radicale nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Saranno consolati. La consolazione è dentro la tribolazione se la giovane coppia affronta le difficoltà e le prove  non nascondendole né  anestetizzandole ma  entrandovi dentro, interiorizzandole con grande umanità, parlandone apertamente con franchezza e coraggio e trasformandole in esperienze di crescita umana  e di liberazione. Esperienze di vita capaci di dare una forza incredibile. Le tribolazioni affrontate con uno spirito nuovo diventano doglie di parto e consolano e danno nuova fecondità alla giovane coppia.

Beata la coppia che non segue il branco e non si conforma al male dicendo così fan tutti.

C’è una afflizione che nasce dalla com-passione. In un mondo pieno di crudeltà e di cinismo a volte perfino da parte di adolescenti, di connivenze dettate dalla paura di tante specie di mafie, in un tempo di forte omologazione culturale, sono beate  quelle giovani famiglie che sanno mettere la propria spalla sotto la croce di altre famiglie che sono nell’afflizione, senza la pretesa di capovolgere le situazioni di oppressione ma per condividerle assieme; una sorta di sofferenza passiva come quella delle donne sotto la croce di Gesù, un soffrire sotto il potere del male per proclamare che il male, la morte, sarà vinta e l’ultima parola sarà la gioia e la consolazione.
C’è una afflizione che nasce dal non conformismo col male, dall’opporsi a quello che fan tutti o la maggioranza delle coppie e che finirebbe per diventare un modello normale di comportamento. Può essere la fedeltà della coppia, la generosità nell’accogliere i figli, la domenica come giorno dell Signore, la difesa della vita sempre e comunque,  un senso forte di legalità e di giustizia, la denuncia dell’ingiustizia e dell’oppressione.
Il mondo non sopporta la resistenza  a ciò che è considerato <<politicamente corretto>>, perché lo si vive come una denuncia che si oppone allo stordimento delle coscienze. La sofferenza di non essere capiti a volte dagli stessi parenti di fronte ad una gravidanza accolta generosamente in un momento difficile o, prima ancora , di fronte alla scelta di sposarsi senza la sicurezza che i genitori avrebbero voluto o ancora di fronte ad una scelta di vita non capita in quel momento che fa sentire soli i giovani sposi che escono dal coro del così fan tutti.  Restare fedeli e, pur non potendo cambiare la situazione, offrire come coppia una sofferenza passiva.  E’ una afflizione beata perché  pone un limite al potere del male. La consolazione per una giovane famiglia non è solo quella di sentirsi dalla parte della verità, ma anche dal far entrare un po’ di luce in una zona di buio, dal non essersi uniformati alla cultura dominante, dall’essere stati capaci, benché giovani, di vivere una differenza  apportatrice di coraggio per altre giovani famiglie .
Il mondo, la cultura dominante in quel momento, la stessa cerchia di quelli che pensavi i più vicini alla tua scelta,  non sopporta questo tipo di resistenza e per questo gli afflitti, benché consolati, diventano spesso  dei perseguitati.

  1. Parole sante!
    E’ proprio quello che ho pensato con riferimento ai miei genitori..abbiamo sofferto tanto.. ma ora ci sono ampie schiarite e spero proprio che il loro rapporto ne esca più forte di prima. Gli voglio tanto bene e li voglio vedere insieme per tutta la vita!

  2. secondo me e giusto


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