storia

Natale 1981
Lo ricordo benissimo, nella cappella del Seminario minore, in via Fanella.

Al centro della cappella il quadro della Madonna, dolcissimo, che era nel vecchio Seminario dove ero entrato bambino, di lato una piccola statua di Maria con Gesù in terracotta, anch’essa dolcissima, primo dono di una giovane famiglia, e cento seggiole pieghevoli prestate dal Comune.

Era, quella di Natale, la seconda Messa che celebravamo insieme come nuova parrocchia ancora senza nome. La prima Messa l’avevamo celebrata la domenica precedente, il 20 dicembre.

La vigilia di Natale un giovane del Duomo venne, quando era già buio, a mettere delle luci volanti per illuminare un tratto buio che dalla strada conduceva all’inizio della cappella.

Provavo un senso di grande solitudine e di grande speranza mentre, tutto solo, preparavo la Liturgia di mezzanotte. Poi, verso le undici, un giovane venne e chiese di confessarsi, (ricordo bene il suo nome , abita ancora tra noi) e fui pieno di gioia e mi sembrò un piccolo segno con cui Gesù faceva capire a me, ancora giovane prete, che avrei trovato ancora giovani da amare e da annunciargli il Vangelo.

Nella liturgia della notte santa la gioia prevalse del tutto e si sentiva il fascino degli inizi: non c’era ancora nulla di ciò che materialmente è fatta una parrocchia, ma c’erano famiglie che accettavano di ripartire con una nuova comunità. Non le conoscevo ancora ma una di loro, dopo la prima Messa, mi aveva salutato dicendo che per qualunque cosa potevo contare su di loro.

Era il nostro primo Natale come Santa Famiglia: il nome alla parrocchia glielo avremmo dato più tardi, nella prima assemblea della comunità, il 17 gennaio 1982. Un Natale che assomigliava tanto, nel mio cuore, a quello di Betlemme. Non vi dico i sentimenti, i propositi, le speranze, i sogni di quel primo Natale. La voglia di spendere interamente la vita per le persone che avrei incontrato nella nuova parrocchia.

Il resto l’abbiamo vissuto insieme in questi venti anni, un pezzo di vita che non appartiene più a me ma a tutti noi, operai della prima o dell’ultima ora e che solo tutti insieme potremmo raccontarci .

Un pezzo di Chiesa che appartiene a Gesù. Tutto quel che abbiamo fatto l’abbiamo fatto per Lui, con Lui, in Lui. Anche i peccati e le omissioni ci hanno fatto toccare con mano la Sua tenerezza e la Sua misericordia.

Don Vincenzo

Don Giacomo

Don Ivan