23 dicembre 2006

Credenti e amanti

Forse questa vicenda ci aiuta meglio a comprendere la questione dei
credenti e degli amanti.

C’era un uomo che aveva fatto uccidere decine di migliaia di persone,
anche facendole buttare in mare vive perchè morissero mangiate dai
pescecani. Questa persona aveva fatto torturare decine di migliaia di
persone, con torture che non è neanche possibile descrivere.
C’era un altro uomo che per 40 anni aveva convissuto dignitosamente con
la propria malattia: quest’uomo non aveva ammazzato nessuno, aveva amato
la vita, ma poi non ce l’aveva fatta più e aveva chiesto di poter
concludere la propria vita con una morte naturale (dal concepimento alla
morte naturale, appunto).

Il primo uomo si dichiarava profondamente credente, il secondo no.
Quando è morto il primo, gli è stato celebrato un funerale religioso con
tutti gli onori.
Quando è morto il secondo, il funerale religioso gli è stato rifiutato.

Il Concilio è stato annullato, siamo ripiombati in pieno medioevo.

Luciano Benini

P.S. Il primo uomo si chiamava Augusto Pinochet, il secondo Piergiorgio
Welby

  1. Caro Luciano,
    concordo pienamente con il tuo messaggio.
    La storia è piena di questi episodi.

    Ritengo che la piccineria umana prenda il sopravvento anche nelle Gerarchie
    Ecclesiastiche

    Sia il medico che ha sedato Piergiorgio Welby e che ha staccato l’aspiratore
    sia i Vescovi che hanno rifiutato i funerali religiosi,
    secono me, si sono messi al posto di Dio, Signore della Vita e della Morte e
    Padre di Misericordia.

    Buon Natale
    Davide Alimenti

  2. Rifletti molto piu’ attentamente Ciano e non sottovalutare che il giudizio non è mai sulla persona cosi’ come quando ti vai a confessare e Dio ti chiede, attraverso la chiesa di cambiare vita e non fare paragoni con tutt’altre situazioni che nulla hanno in comune con la ”storicità ” dell’evento che stiamo vivendo e che cambierà il nostro modo di pensare e di agire.
    Io accetto questo giudizio della chiesa sulla realtà. Nessuno discute la sofferenza di Welby ma c’è un che di oggettivo che deve essere giudicato e che non puo’ rimanere senza giudizio. Dio nella sua infinita misericordia farà il resto .
    Questo è un avveninmento che fa storia .
    Personalmente credo, come è scritto che la parola di Dio incarnata è quella che giudica e che spacca le coscienze e non quella che fa finta di nulla.
    Credo che il giudizio ” sulla gerarchia” debba invece lasciare lo spazio alle critiche verso una neutralità personale che non ci fa sentire la responsabilità di quanto è accaduto. Caro Ciano, Cappato era li’ come siamo qui Noi,pensa alla mia e alla tua responsabilità e non sparare sul bersaglio grosso che non ci cambia il cuore.
    E’ un atteggiamento ”triste” e ormai ricorrente.
    Ti assicuro comunque che questo evento porterà molti di noi che siamo sul campo a discutere con i giudici.Non potremo essere neutrali….. mai!!!
    Pesate le parole, cari amici e spero che abbiate letto tutta la vicenda nei minimi particolari che sono indispensabili per capire la gravità di quanto è successo.
    Ho visto morire tanta gente,ho guardato molti occhi spegnersi e non oso immaginare il momento in cui dovrò litigare per non vederli spenti su commissione; cerco solidarietà perchè so che quando sarà il momento l’atteggiamento di fuga e di neutralità potranno prevalere e dentro di me nasceranno tanti ”distinguo” sopratutto se con me la comunità a cui appartengo non sa da che parte stare; e so che da soli non si regge l’urto.
    Vorrei schierarmi con il coraggio dei nostri vescovi che hanno il coraggio di fare ”gesti veri e non ambigui” non guadagnandoci nulla e avendo contro i suoi stessi figli.
    Gradirei con chiarezza l’opinione del pastore perchè per me è una grande sofferenza rimanere nel limbo di una posizione che sente la parola della chiesa ”altro da se”.
    Se la parola di Dio esiste qui parla, anzi urla e non credo vi sia possibilità di fuga…. Se anche questa è solo ”opinione della chiesa e non parola di Dio incarnata è tutto inutile e non vedo su che cosa si possa reggere la nostra comunità cristiana.

    Chico

  3. Leonardo says:

    Grazie

    Hai espresso pienamente quello che pensavo anch’io. Solo penso che il
    Concilio non possa essere annullato, lo testimoniano anche le tue parole

    leonardo

  4. CARI AMICI

    mi permetto un breve intervento di “metodo” sulle questioni che continuamente riproponete sulle tematiche che stanno a cuore non solo ai singoli “proponenti”.

    Le questioni posti sono di grandissimo rilievo e non possono essere vissute come contrapposizione tra chi privilegia le tematche della pace e chi quelle della vita secondo uno schema che caratterizza (e falsa) un certo dibattito al’interno della Chiesa.

    Mi sembra quindi che utilizzare lo strumento della e.mail per questioni così importanti non favorisca un confronto serio che non può ridursi ad una serie di monologhi dove ciascuno parte dal presupporto di:
    - avere in sè la profezia
    - considerare gli altri come avulsi dalle “profezie” di cui ciascuno è depositario
    - sentirsi soli a portare avanti battaglie che ad altri non interessano
    - sentirsi parte di una realtà che non combatte (magari senza sapere che anche altri stanno facendo battaglie anche se non usano le e.mail della santa famiglia).

    Parliamone quindi insieme, ma facciamolo “de visu” e partendo da alcune considerazioni di fondo che possano rendere forse più utile e costruttivo un confronto.
    E cioè:
    - Tutti noi abbiamo a cuore la comunicazione forte del messaggio cristiano in un’epoca così ambigua come l’attuale, ma stimolante;
    - tuti noi amiamo la Chiesa perchè è lì che si rende visibile il mistero concreto dell’amore trinitario;
    - tutti noi abbiamo la consapevolezza che qualcosa di grande sta mutando nel pensare collettivo in ordine ai grandi temi che la scienza e la tecnica ci pongono davanti
    - ognuno di noi desidera che la positività del messaggio cristiano (e dell’antrolopologia che contiene) emerga rispetto alla pretesa del’uomo (sempre esistita) di rendersi autonomo da Dio.

    Chiarito questo si tratta in questa fase della vita della CHiesa e della storia dell’umanità di:
    - ricordarci i fondamenti della fede che vanno ripresi dopo secoli di abbandono da parte nostra
    - che questi fondamenti non sono un fatto ideologico, ma sono l’unica possibilità che abbiamo, tra credenti, di capirci quando parliamo e poniamo problemi seri al resto della Chiesa e dell’umanità tutta;
    - che questi fondamenti costituiscono il contenuto della testimonianza e della capacità quindi di presentare, con le parole e con le opere, la bellezza dell’appartenenza a Dio e l’estrema libertà che questa appartenenza ci garantisce
    - che questi fondamenti sono liquidati come elementi “difficili” o “teorici” lasciando lo sforzo di penetrarli ad altri.
    - che i nostri momenti di “compagnia” vanno utilizzati per questo confronto, con grande amore e parresia, ma anche con grande umiltà perchè è la volontà del Signore che deve emergere e non la mia (e nemmeno la “linea” di partito).

    Saluti

    NINO SANTARELLI

  5. Caro Nino, non è proprio una questione di metodo ma di merito e i pensieri espressi sono tutt’altro che miei
    Non è la disputa tra me e te il problema nè chi ha piu’ parole da dire ma o la chiesa è una realtà che sa giudicare la realtà alla luce della Parola oppure no.
    Le opinioni Nino no n mi interessano, mi interessacapire chi è l’autorità.
    Poi possiamo parlarne anche per 20 giorni di seguito
    Spero invece che Vince non ne rimanga fuori
    Chico

  6. grazie per queste parole perchè questo avvenimento mi stava rovinando il Natale riempendomi di rabbia nei confronti della chiesa, vedo che non sono sola a sentire un certo disagio e questo mi conforta
    Buon Natale a tutti
    Daniela

  7. Continuo a non capire il tuo linguaggio e questo mi conferma circa la necessità di avere luoghi fisici, ma anche disponibilità “mentali” ad affrontare problemi che sono frutto dei grandi cambiamenti in corso e che riguardano una visione antropologica complessiva che sta uscendo definitivamente dalla logica della “cristianità” (lo diceva già Dossetti ai tempi del Concilio).

    L’emergere di questa nuova visione del rapporto tra “persona” e “Stato di diritto”, tra autonomia e solidarietà, tra “tutela” e “concorrenza” interpella il cristiano invitandolo da una parte ad approfondire gli elementi costitutivi della propria fede, dall’altra a proporre uno stile di vita favorevole ” a tutto tondo” alla centralità della vita (che è anche giustizia, solidarietà etc.).

    Su questo tuti siamo chiamati a riflettere; anche le “gerarchie” che in qiuesto cammino sono parte in causa e non elemento risolutore una volta per tutte nel momento in cui vengono interpellate (quasi fossero una “corte di cassazione” della fede).

    Le provocazioni che il “mondo” lancia ai cristiani sono tante e spetta ai cristiani rielaborarle innanzitutto attraverso una fortissima coerenza esistenziale e una consgeuente capacitò di abbinare umiltà a parresia.

    Mi rendo conto che continuano ad essere “parole”, ma non ho dubbi che, almeno da parte nostra, ci sia un grande attaccamento alla Chiesa e alla sua autorità (anche quando sbaglia) come un grande desiderio di trasmettere la gioia di amare la vita e di voler fare tutto che nessuno venga abbandonato nella sua sofferenza e che la collettività in ogni modo si faccia carico delle tante solitudini che ci circondano.

    NINO

  8. Francesco Montanari says:

    E’ possibile chiamarla vita una vita che è fatta da un ventilatore cacciato nella gola, da una bocca che non riesce più ad aprirsi da un cervello che per esprimersi ha bisogno di un computer che traduca in voce i suoi pensieri e da una macchina che ti fa andare di corpo e fare la pipi automaticamente senza che te ne accorga. Mi dispiace ma io credo di no e vorrei anche, nel rispetto delle mie opinioni, che un medico su MIO ordine mi staccasse la spina. Spero che il testamento biologico diventi una realtà ricordando anche che il testamento biologico non è obbligatorio; ognuno può decidere come meglio crede. Potete dire che sono un codardo, che ho paura della morte; bè è vero, ho paura della morte ma soprattutto ho paura di vivere una vita che non è più tale.

    Luciano, sono perfettamente d’accordo con te………..

    Francesco Montanari


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