9 aprile 2010

Piccoli appunti per il nostro dialogo dopo la lectio divina su Osea

Piccoli appunti per il nostro dialogo dopo la lectio divina su Osea

La sfida educativa

(piccoli appunti  tratti  dal libro a cura del progetto culturale CEI per preparare l’incontro di domani e di domenica)

Per un’idea di educazione (1-24)

+ Scomposizione dell’umano. Scissione tra intelligenza e affettività. Occorre una razionalità affettiva e una affettività ragionevole per una personalità equilibrata.Come aiutare i giovani a tenere insieme testa e cuore? Come educare a superare la frammentarietà delle scelte?

+Divaricazione tra educazione e formazione. L’educazione in definitiva si risolve in trasmissioni d’informazioni e di capacità e in socializzazione culturale. Viene valorizzata la spontaneità, uno spontaneismo soggettivo, sperimentale e nomade e non trasmissione di valori e di tradizioni. Come aiutare i giovani a tenere insieme educazione e formazione? Come mettere in luce attraverso esperienze concrete il limite dello spontaneismo soggettivo?

+Dai valori alla relazione generativa. Un valore è tale solo se viene generato nell’esperienza. Come passare da una proclamazione astratta di valori a una paternità e maternità che all’interno di una relazione accogliente aiuta i giovani a tradurre in esperienze e stili di vita i valori?

+La cultura post moderna ama rappresentare l’esistenza con la metafora del gioco inteso come gratuità dell’accadere sgravato da responsabilità e da scopi.. non si deve insegnare dove si è diretti ma solo a vivere nella condizione di chi non è diretto da nessuna parte. Come nell’educazione far emergere le domande primordiali dell’esistenza: nascere è un dono buono o avvelenato? Il nascere è una appartenenza anonima o una figliolanza? E’ possibile generare senza educare per dare un senso positivo alla vita?

+Nella educazione spesso non si sviluppa il concetto di persona umana come un bene più grande di me che mi precede e al quale devo tendere. Ha senso educare a valori come la tolleranza, la legalità, l’ambiente, le comunicazioni, l’interculturalità, senza un contesto più ampio della persona come soggetto educativo? Sii ciò che sei o diventa ciò che sei?

+Nella educazione è essenziale tanto l’essere educati quanto l’auto educazione.  Come educare ad una intelligenza critica così da tenere insieme verità e complessità  per non diventare giovani dogmatici sulle cose opinabili e  scettici su quelle fondamentali?

+ Educare alla libertà significa liberare la libertà dalla disastrosa idea di essere tutta e solo potere di scelta e non anche capacità di adesione al bene e di relazionarsi con la libertà degli altri. Come educare  i giovani alla libertà senza una comunità educante autorevole che  non dica fai così ma fai come me?

+Educare è possibile anche oggi ma a certe condizioni che riguardano anzitutto gli educatori che aiutino il giovane a riscoprire le grandi coordinate della relazione umana: la cura del volto ,  la cura dell’origine , la cura dell’altro, la cura del senso e quella di Dio.

Emergenza educativa nella Comunità cristiana ( pag 72-87)

+Nell’attuale fase culturale anche la comunità cristiana soffre delle medesime difficoltà e povertà delle altre agenzie educative—accanto ad un relativismo cultural nemico di ogni identità e di certezza gli educatori stentano  a ritrovare originalità, passione, spirito creativo. Come possiamo umilmente e insieme farci accanto ai giovani senza togliere loro il protagonismo di una auto educazione alla vita e alla fede?

+Gli incontri di gruppo sono importanti ma hanno bisogno di essere accompagnati da un dialogo educativo continuativo e personale.

+l’educazione ha bisogno d tempo e la comunità è contagiata dalla frenesia delle attività e delle iniziative e chiede all’educatore la disponibilità di mettersi in gioco.

+l’educazione è possibile solo in una vera corresponsabilità tra educatore e giovane e tende a far nascere esperienze di vita insieme per non cadere nella astrattezza e lontananza dalla vita vissuta.

+la sfida della educazione dei giovani consiste nella capacità dell’educatore di mostrare la bellezza ed il significato umanissimo della vita cristiana senza svilirla ed annacquarla.

+Un grande problema (con belle eccezioni) è la presenza di educatori troppo giovani che non hanno la maturità umana e spirituale e non sono davvero accompagnati da una comunità di adulti che delega l’educazione delle future generazioni.

+la comunità educa se diventa per i giovani un luogo di esperienze di vita assecondando il bisogno di protagonismo e di azione tipico dei ragazzi e non una educazione fatta di parole e concetti!!

+ la comunità può diventare palestra di responsabilità per i giovani attraverso diversi e graduali servizi che vengono loro affidati con a fianco l’educatore e nella ricchezza di generazioni diverse che si incontrano.

+Far sperimentare ai più giovani la bellezza di educare  attraverso la crescita dei più piccoli che permette di toccare con mano chela vita sempre si rinnova e ritrova nuova freschezza.

+ la formazione di nuovi educatori è compito decisivo per una comunità facendo emergere vere e proprie vocazioni educative.

E’ TEMPO PER RILACIARE L’IDEA DI UN PROGETTO EDUCATIVO CHE RIPROPONGA L’ESIGENZA DI UNA VISIONE GLOBALE E INTEGRALE DELLA EDUCAZIONE, AGGIORNANDONE I TRATTI ALLE CARATTERISTICHE DELLA CULTURA DEL NOSTRO TEMPO.


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