Mandato dei giovani della S.Famiglia per la GMG di Colonia

 

Omelia di domenica 7 agosto 2005


 

Vi parlo con santa invidia perché volevo essere con voi, ma accogliete l'aperitivo della vostra giornata mondiale.

Rimarrò unito, come tutti i miei fratelli, attraverso i potenti mezzi della globalizzazione con i quali ho cercato in questi mesi di scrivervi e aspettavo un po' di rispostine. Ma io so che col cuore avete letto tutte le mie e-mail. E vero o no? Non l'avete manco letto?

 

A parte queste battute ho pensato molto a quello che dovevo dirvi alla luce del Vangelo di oggi,  poi quando ci si pensa molto non ci si riesce. Non voglio sciupare parole, vorrei che anche gli adulti riportassero ad altri giovani quello che dico.

 

La prima cosa: amate il tempo in cui vivete con tutti temporali che ci sono, sapete che è proprio dei vecchi amare i tempi passati e vedere brutti i presenti. Credetemi la vita dell'uomo è sempre una barchetta, con degli amici su una barca, con il vento contrario, ci sono sempre delle notti che sembrano non finire mai.

Cambiano i modi con cui tirano i venti e le onde passano sulla barca.

 

La mia generazione aveva conosciuto la guerra , io sono nato subito dopo, c'era però la povertà, la ricostruzione c'era un mondo che bisognava in qualche modo rifare, il riscatto economico, e non era semplice.

La generazione dopo, un po' dopo, aveva il ‘68, l'ideologia con tutti i problemi e non era semplice, passavamo le notti a discuter, alla fine dicevamo: ma chi ce l'ha fatto fare? Però  eravamo appassionati e tutto veniva messo in discussione, si sbatteva la porta forte…

 

Oggi invece tutto è più soft: è la dittatura del relativismo. Come dice il vostro Papa: “non ci sono certezze” tutto come diremo poi, è difficile da capire.

 

Amate questo tempo, è il vostro, in cui Dio vi chiama a diventare ragazzi e ragazze splendide. perché lui vi ama e ha un progetto su di voi . Allora non meravigliatevi della complessità, diventare giovani vuol dire imparare a stare nella complessità della vita, capire che la vita è fatta di momenti bellissimi.

 

Gli apostoli avevano appena mangiato i pani e i pesci che Gesù aveva spezzato, avevano visti i 5000 e subito dopo, lui se ne va sul monte a pregare. Cerca di smammare la gente e dice a loro  “prendete la barca salite!” e subito dopo,  potremmo dire il pomeriggio, erano là a fare la loro GMG sulla discesa del lago sulla collinetta (chi c'è stato lo ricorderà). E la notte, ecco, a qualche miglia, la paura, lo spavento.

 

La vita è fatta così! Si passa, ragazzi, dal sublime al banale. Per un attimo ti sembra di vedere tutto chiaro e subito dopo dici “che casino non ci capisco niente!”

Col rischio anche di fare delle cavolate grosse, non è così la vita?

 

Ma è stato sempre così. In modi diversi, per voi, lo è  in una modalità particolare, ma Dio vi ama come amava noi. Dio vi conosce per nome, Dio semina vocazioni come le seminava con noi, sempre, perché Dio non cambia, siamo noi che invecchiamo, ma Dio è sempre giovane!

 

Amate il tempo in cui vivete come tempo di grandi sfide e di grandi possibilità.

Non cercate di correre in avanti, e non credo proprio vogliate ritornare indietro!

Questa era la prima cosa che volevo dirvi.

Imparate a stare nella complessità, dove il sereno e il tempestoso sono molto, molto vicini.

 

La seconda cosa che voglio dirvi, non fate di Gesù un fantasma.

Vedete anche quando ci si avvicina a Cristo fin da ragazzi come è stato per molti di voi, dopo a un certo punto della vita,  Gesù non è più una persona in carne ed ossa, sembra quasi un fantasma.

 

Avevano visto il miracolo del pane. Lui,  pensate, tutta la notte  in preghiera. Loro sulla barca, sentivano la sua assenza. In un'altra occasione dormiva su un cuscino sulla barca e  loro dicevano “questo non si interessa di noi”.

 

Questa volta non c'è sulla barca, perché gli ha dato il pane della vita per poter crescere, però essi sono ugualmente nella paura, e quando lui viene essi che cosa credono? Di vedere un fantasma. Perché a volte si può scambiare Gesù per un fantasma e non per una persona in carne ed ossa?

 

Perché non si è stati sul monte con lui a pregare.

Se tu nella giovinezza, come dice il nostro don Oreste, non sai stare in ginocchio, non ti fermi a contemplare il senso profondo della vita, Lui arriva sulla tua barchetta ma tu dici è un fantasma e gridi dalla paura. Questo è inevitabile perché non hai come dire gli occhi, il cuore, per capire che è lui, è veramente lui in carne ed ossa. Come nel Vangelo di Luca dice Gesù stesso ai suoi amici dopo la Pasqua, “non sono un fantasma guardate che ho carne ed ossa“ e mangia con loro il pesce.

 

Non voglio parlare della presenza fisica di Gesù ovviamente, però direi “quasi” fisica perché Gesù davvero è in carne ed ossa vicino a voi con il suo amore con il suo spirito,  suggerisce alla vostra coscienza,  vi parla nell'intimità e nella profondità del cuore.

 

I giovani di oggi, gente, sono gli amici di Gesù! Come quelli di ieri, tutti! Anche quelli che a volte nella vita possono percorrere dei sentieri sbagliati.

 

E quando noi li giudichiamo, magari per rabbia o per stanchezza, sbagliamo sempre.

Dobbiamo sorreggerli certo, anche correggerli e con molto amore, aiutarli.

Gesù non è un fantasma, basta che Lui arrivi e tutto si placa.

 

Però molte volte il suo arrivo non è nei tempi che noi vogliamo.  

L'avete sentito che arriva dalle 3 alle 6 della mattina. Io non sono un gran pescatore però pensate stare sulla barca tutta la notte, le ore non passano mai. Alla mattina arriva, è quasi sempre così nel Vangelo.

 

Fa così perché vuol vedere se veramente gli vuoi bene! Se alla GMG stai cercando Lui oppure è capitato per un diversivo, se vuole diventare un'esperienza di vita o collezionare un'altra emozione.

Ci sono quelle estetiche, quelle amorose ci sono anche quelle spirituali ... io sono collezionista ... NO NO NO  è lui in carne ed ossa, che accanto a tutti i giovani del mondo e a  tutto il mondo, vi guarderà. Vuoi o non vuoi oggi i mezzi del mondo saranno su di voi potrete dare anche solo col vostro sorriso, potrete comunicare una speranza una fiducia con la vostra forza del cuore,  potrete parlare ai giovani di tutto il mondo.

 

E' un avvenimento unico e speciale se vivrete in profondità, ma soprattutto si vedrà se per voi Gesù è un fantasma o una persona in carne ed ossa.

 

Qual'è la cosa da chiedere? Ed è l'ultima cosa che vi dico, quale è la cosa da chiedere la più importante a Gesù durante la GMG? Di camminare sull'acqua.

 

Avete visto gli apostoli,  erano paurosi eppure erano tutti insieme, tutti insieme nella barca , Gesù invece è fuori dalla barca e arriva camminando sull'acqua e il primo è Pietro che dice “caspita allora anch'io posso camminare sull'acqua!”

 

Cosa vuol dire oggi per dei giovani che vanno alla GMG camminare sull'acqua?

Camminare sull'acqua è ciò che  umanamente o culturalmente o sociologicamente sembra impossibile. Se tu a uno gli dici cammina sull'acqua quello ti dice …. è ovvio no?

 

Al di là che  nella Bibbia l’acqua è l'abisso, il luogo della morte, è vincere la vita, non stiamo adesso ad approfondire… ma quand'è che un giovane oggi cammina sull'acqua?

Quando nella forza di Cristo riesce a fare cose che in un altro contesto direbbe “non è possibile”!

 

Esempio. C'è, ormai è diventato un po' un tormentone, un sociologo famoso che dice "il mondo attuale è una modernità liquida" è come essere sull'acqua dove tutto è liquido e non ci sono certezze, punti sicuri di riferimento, non ci si può rifare ad una tradizione consolidata, non ci si può neppure appellare alla ragione, quello che una volta veniva chiamato il buonsenso,  non si può!

 

Eppure è possibile camminare sull'acqua cioè in un mondo assolutamente relativo, se fissate come Pietro lo sguardo su Gesù. E’ possibile nel relativismo camminare insieme con punti di riferimento, come è stato possibile per altri giovani nelle ideologie camminare sull'acqua. Riuscire comunque a mantenere come dire l'orizzonte,  il senso della vita e non trovarsi invece davvero ingoiato dall'abisso.

 

Camminare sull'acqua ad esempio vuol dire non perdere il valore profondo della vita come chiamata-risposta. La vita non è caso, non è emozione, non è prova, dice facciamo la prova poi se va bene ci sposiamo.

La vita è chiamata-risposta,  Dio che mi ama, io che ascolto la sua voce rispondo: quindi la vita come vocazione. Qualunque cosa tu faccia nella vita,  la vita come vocazione.

 

Certo camminare sull'acqua in un mondo che ti dice “ma chi te lo fa fare?” Allora a trent'anni c'è ancora la paura di sposarsi. Ma è possibile camminare sull'acqua!  E’ possibile ritrovare il valore dell'amore, della purezza, del fidanzamento, il valore della famiglia, il valore della vocazione, il valore di scelte.

Caspita se è possibile! Il guaio è che noi grandi ci crediamo poco per voi, perché vi vediamo in certi momenti e diciamo  “questo qui ormai…”. Non è così e vi chiedo perdono se a volte posso averlo solo pensato.

 

Io credo che Dio vi chiama come chiama un giovane a realizzare qualcosa di splendido nella vita. Anche dopo il peccato. Perché se tieni fisso lo sguardo su Gesù tutto và, ma come poco poco ti distogli,  ti ricordi Pietro? Si affonda.

 

Cosa vuol dire oggi camminare sull'acqua? Coniugare legge e libertà, valori morali e spontaneità.

Io lo so che viviamo in un mondo dove i comandamenti sono delle “cosine”, dove la legge morale in fondo è soltanto... fa quello che ti pare ... basta che non rompi agli altri, se non vogliono in quel momento.

Non ci sono i comandamenti, non ci sono codici.

 

Eppure è possibile ritrovare il comandamento non come obbligo, come tradizione, ma come custodia della libertà e della spontaneità della mia vita.

Partendo dall'amore per Cristo è possibile ritrovare il gusto dell'etica non come imposizione ma come realizzazione della persona.

 

Questo è camminare sull'acqua e questo è possibile nel 2005, potremo ancora continuare…

Andare alla GMG vuol dire imparare a camminare sull'acqua.

 

Certo se fissi gli occhi su Gesù ce la fai, ma quando poco  poco dici, ma qui ci sono le onde ma qui c'è il mare..... Io quando sono in  montagna se guardo giù casco perché ho le vertigini, se voi poco poco togliete gli occhi dal Signore e guardate giù siete fritti. Però basta che poco poco dite, Signore aiutami,

Sembra che la barca era li a mezzo metro perché Gesù ti riprende e ti riporta dentro e sei nella bonaccia.

 

Qual'è la parola che dovete dire più spesso a Gesù? O meglio, la parola che dovete ascoltare da lui? E’ quella fatidica parola del Vangelo: “VIENI”.

Quando Gesù cammina sull'acqua e Pietro dice “comanda che anch'io venga”, Gesù dice vieni “vieni e subito”, tre volte c'è la parola subito nel Vangelo di oggi.

E' per i giovani, tre volte la parola “subito”!! Pietro s'alza e va. La barca è la Chiesa, nella Chiesa siamo insieme ma dobbiamo saper uscire dalla barca e camminare sul mare.

 

Eravate pochi d'altra domenica al lido quando don Peppino ha fatto la camminata, un po' perché eravate stanchi, un po' perché ad andare al lido ti sputtani sempre.

Noi siamo bravi quando siamo in parrocchia ma già se dobbiamo andare il lido perché... dopo la sera… dopo mi sputtano.

 

Dobbiamo uscire dalla barca, certo se tieni gli occhi su Gesù è un conto, se ti guardi attorno dici ... ma io poi non sono così sicuro….

Ma Gesù che oggi vi dice.. VIENI

Beati quelle ragazze e quei ragazzi che sanno ascoltare questa parola.

 

 


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