3 luglio 2012

Incontro con Daniele Garota

Incontro con Daniele Garota

Qui di seguito il testo della mia breve introduzione all’incontro di Venerdì con Garota a cui seguiranno alcune brevi domande.

Vi da un idea delle cose che saranno oggetto del suo intervento.

Siete invitati tutti a partecipare Venerdì 6 luglio alle 21,00

NINO

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Il senso dell’incontro di questa sera è quello di affrontare temi che abitualmente, potremo dire per secoli, abbiamo ritenuto di mettere da parte lasciandoli nelle mani di qualche setta millenarista o di qualche gruppo fondamentalista.

Si tratta del “riscatto delle cose ultime”.

In un suo testo Daniele esordiva dicendo che nulla nella fede è stato ignorato, trascurato ed occultato quanto le “cose ultime”.

In realtà di cose ultime si parla anche nella nostra professione di fede, nel Credo” che recitiamo ogni domenica laddove si afferma solennemente, nella parte finale “…e di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine… Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen…”

Si tratta quindi di uno dei fondamentali della nostra fede, che però abbiamo deciso, ad un certo punto della nostra storia di credenti, di abbandonare.

In realtà, leggiamo da un testo di Daniele Garota , “la fede cristiana non può restare tale se non crede con passione nelle cose ultime, cioè: nella seconda venuta di Gesù, nella resurrezione della carne, nel giudizio finale, in cieli nuovi e terra nuova…”.

Addirittura, con fare provocatorio, ribadisci che la cosa più importante e caratterizzante la fede cristiana non è tanto il pur necessario impegno sociale nella giustizia, nella pace e nella salvaguardia del creato, bensì “…l’annuncio di ciò in cui si crede e cioè che c’è un Dio all’inizio e alla fine della storia, un Dio che si è rivelato a noi con parole e immagini ben precise, con promesse di redenzione molto concrete…”.

In un contesto di regime laico, come lo definisci tu, sprofondato nella indifferenza della nevrosi moderna una domanda di senso forse ancora rimane ed è proprio qui che la fede, riconosciuta credibile, deve avere il “…coraggio delle cose ultime: deve essere cioè una fede che chiede anziché rispondere, che inquieta anziché rasserenare, che si fa debole e povera anziché prendere le armi in mano con la pretesa d salvare il mondo…”.

Sono quindi molte e sostanziose le questioni che un certo percorso di fede propone alla comunità cristiana invitandola a ripensare radicalmente il contenuto e la prassi della fede cristiana.


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